Ferdinando Battaglia
- 21/11/2012 08:46:00
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Pietro, non solo come poeta susciti interesse e ammirazione, ma anche nei commenti riesci a dire molto sulla vita e la scrittura, che per me diventano isegnamenti preziosi da conservare nella memoria. Laforisma è gustosissimo!
Buona giornata
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Pietro Menditto
- 20/11/2012 10:21:00
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Grazie a tutti amici. Caro Roberto, sono uno che legge molto poco e disordinatamente, per cui la mia istruzione (non cultura) risulta assai lacunosa e frammentaria. Quelle che potrebbero sembrare suggestioni o influenze nelle cose che scrivo, spesso sono solo coincidenze o affinità. Un mio aforisma, carico di presunzione, è "Non avendo tempo di leggere le opere altrui scrivo quello che mi piacerebbe trovare in esse se potessi leggerle".
Un forte abbraccio a tutti.
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Roberto Perrino
- 20/11/2012 08:35:00
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Una scrittura, la tua, carissimo Pietro, che si conferma spessa, profonda, estesa, geometricamente spazio-temporale. Questa mi ha richiamato le voci di alcuni scrittori americani contemporanei, non sto qui a fare il saputello :-), ma il titolo, il titolo, mi ha fatto pensare alla modesta proposta dello Swift, e chissà che non ce ne sia un pizzico, nel tuo accorato cinismo! With my kindest regards, Roberto
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Emilio Capaccio
- 19/11/2012 11:06:00
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Una poesia che sospende in una stasi lambientazione che dura quanto un temporale per esaminarne accuratamente gli oggetti e le persone che abitano in una stanza, ognuno con una testimonianza ben visibile di una sopravvissuta esistenza che palesa nellora le sue cicatrici e forse anche un po di rassegnata amarezza.
Molto bella, Pietro, un grande abbraccio!
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